Le 5 caratteristiche che ti consentiranno di vivere un trek in modo proficuo e positivo.

 

 

  1. Accettazione della fatica e disponibilità ad affrontare qualunque difficoltà
  2. Considerare il trek come un viaggio interiore ed esteriore e pertanto distaccarsi dell’esigenza della performance.
  3. Accettazione delle regole di convivenza di gruppo; capacità di considerare che l’anello più debole è ciò che si dovrà proteggere per favorire la buona riuscita di tutta l’esperienza.
  4. Considerare un errore, un imprevisto e un cambio di programma, come parte dell’avventura e stimolo all’adattabilità e capacità di risolvere i problemi.
  5. Accordare fiducia alla guida anche quando non si comprendono fino in fondo le decisioni che prende; la sua esperienza non è trasmissibile facilmente; la sua professionalità impone a volte decisioni drastiche o apparentemente incomprensibili, ma sempre volte a garantire la sicurezza del gruppo in considerazione di molteplici e diversificati fattori. La guida ha prioritariamente la responsabilità della sicurezza del gruppo, il suo compito non è solo quello di  organizzare e condurre, ma di scegliere e decidere in base a fatti oggettivi che spesso solo lui è in grado di considerare pienamente.

Cosa ci si potrebbe aspettare al ritorno da un viaggio a piedi...in bicicletta o a cavallo:

  1. Un miglioramento delle condizioni fisiche generali
  2. Un miglioramento delle capacità di fronteggiare situazioni difficili e potenzialmente di stress.
  3. Un miglioramento delle capacità relazionali e di approfondire le relazioni.
  4. Un miglioramento delle capacità di riflettere e dello stimolo a meditare.
  5. Un miglioramento nella capacità di porsi e raggiungere obiettivi.

 

Così un trek…è un viaggio, esteriore perché ci si sposta sul territorio, interiore perché mette in contatto con se stessi.
Il nostro sistema di trasporto naturale sono le gambe, viaggiare camminando è il modo più naturale con il quale possiamo farlo.
Camminare è faticoso se lo si fa per lungo distanze e su terreno impervio o pendente, ma anche sull’asfalto lo è.
Poi con il caldo, si suda…molto… non si vorrebbe che fermarsi e bere…E che dire del carico sulle spalle, quello zaino nel quale per un periodo ci sono tutte le nostre cose…le nostre certezze, ma anche le nostre fatiche.
Durante il viaggio, molto spesso le certezze vacillano davanti a qualche bivio di sentiero dubbio, o per le forze che sembrano non esserci più perché la volontà stanca tende a disperare.
Però il sentiero si trova, una fontana rinfresca, una sosta ti fa riprendere le forze, la mente si placa e riprende la speranza.
Viaggiare camminando ti mette in contatto con la tua vita…Camminare è vivere al 100%
Camminare in gruppo è una grande prova di comunità; le esigenze di ogniuno premono su quelle degli altri, i caratteri si scontrano, si amalgamano, si fondono; uscire dal proprio contesto sociale di amicizie e famiglia, dalla zona di confort, è un esercizio di tolleranza e confronto che costringe ad analizzarsi, a conoscersi meglio ed evolvere.
Ogni sera, arrivare alla meta, dopo aver sopportato le fatiche fisiche e mentali, con un tetto sulla testa, del buon cibo, del buon bere…le menti si rilassano, i corpi si riprendono, tutto è meraviglioso.

M.Bassoli

Le escursioni ed i trek che organizzo, hanno come caratteristica fondamentale la stimolazione di emozioni; non collezioniamo performances, vette, numeri, nomi; il cammino come viaggio per la produzione di un cambiamento interiore.